venerdì, luglio 18, 2008

Aspettando la sentenza sulla scuola Diaz


La sentenza per i fatti della caserma di Bolzaneto hanno rattristato, deluso, fatt arrabbiare moltissime persone... tante tra i miei net friend

La requisitoria per i fatti della scuola Diaz è stata dura almeno quanto quella fatta per Bolzaneto: 110 anni contro agenti e ispettori della Polizia accusati di aver fatto un vero e proprio blitz anche portando dentro le molotov

Con la speranza- divenuta lieve lieve negli ultimi giorni- che non vada a finire come per Bolzaneto voglio cantare... insieme a voi... le parole che Francesco Guccini ha dedicato a quelle calde giornate di un luglio di 7 anni fa, pienamente consapevole che resta amara e indelebile la traccia aperta di una ferita

Genova, schiacciata sul mare,
sembra cercare respiro al largo,
verso l'orizzonte.

Genova, repubblicana di cuore,
vento di sale, d'anima forte.
Genova che si perde in centro
nei labirintici vecchi carrugi,
parole antiche e nuove sparate
a colpi come da archibugi.

Genova, quella giornata di luglio,
d'un caldo torrido d'Africa nera.
Sfera di sole a piombo,
rombo di gente,
tesa atmosfera.

Nera o blu l'uniforme,
precisi gli ordini,
sudore e rabbia;
facce e scudi da Opliti,
l'odio di dentro come una scabbia.

Ma poco più lontano,
un pensionato ed un vecchio cane
guardavano un aeroplano
che lento andava macchiando il mare;
una voce spezzava
l'urlare estatico dei bambini.

Panni distesi al sole,
come una beffa,
dentro ai giardini.

Uscir di casa a vent'anni
è quasi un obbligo,
quasi un dovere,
piacere d'incontri a grappoli,
ideali identici,
essere e avere,
la grande folla chiama,
canti e colori,
grida ed avanza,
sfida il sole implacabile,
quasi incredibile passo di danza.

Genova chiusa da sbarre,
Genova soffre come in prigione,
Genova marcata a vista
attende un soffio di liberazione.

Dentro gli uffici uomini freddi
discutono la strategia
e uomini caldi esplodono un colpo secco,
morte e follia.

Si rompe il tempo e l'attimo,
per un istante,
resta sospeso,
appeso al buio e al niente,
poi l'assurdo video
ritorna acceso;

marionette si muovono,
cercando alibi per quelle vite dissipate
e disperse nell'aspro odore della cordite.

Genova non sa ancora niente,
lenta agonizza,
fuoco e rumore,
ma come quella vita giovane spenta,
Genova muore.

Per quanti giorni l'odio colpirà ancora a mani piene.
Genova risponde al porto
con l'urlo alto delle sirene.

Poi tutto ricomincia
come ogni giorno
e chi ha la ragione,
dico nobili uomini,
danno implacabile giustificazione,

come ci fosse un modo,
uno soltanto,
per riportare una vita troncata,
tutta una vita da immaginare.

Genova non ha scordato
perché è difficile dimenticare,
c'è traffico,
mare e accento danzante
e vicoli da camminare.

La Lanterna impassibile
guarda da secoli
gli scogli e l'onda.
Ritorna come sempre,
quasi normale,
piazza Alimonda.

La "salvia splendens" luccica,
copre un'aiuola triangolare,
viaggia il traffico solito
scorrendo rapido e irregolare.

Dal bar caffè e grappini,
verde un'edicola
vende la vita.

Resta, amara e indelebile,
la traccia aperta di una ferita

14 commenti:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

iao Stella mi farebbe piacere averti tra i miei blok amici x poter accedere velocemente tramite il link a leggerti. Buona giornata da Tiziano :-))

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Si resta amare e indelebile la traccia di una ferita. Ma tanto qui in Italia dobbiamo abituarci... Che pena!!!!

Sara Sidle ha detto...

Cicatrici che ricorderanno sempre quell'orrore.
E purtroppo le brutture alla quale l'Italia ci ha tristemente abituato..
Bacioni e buon week end

il Russo ha detto...

Che bella piazza Alimonda di Guccini, brava!

Alligatore ha detto...

Genova 2001:sembrano passai secoli per quanto riguarda l'impegno, secondi per quanto riguarda la politica di repressione.

Damiano Aliprandi ha detto...

Cara stellavale, sono molto amareggiato della sentenza.
Ma la Storia li ha già condannati, ed è una condanna eterna...

stellastale ha detto...

@tiziano: come preferisci

@schiavi: non dobbiamo abituarci mai all'orrore altrimenti ne faremo parte anche noi dell'orrore o dell'inferno... sai cosa diceva italo calvino a tal proposito?

@sara: come per schiavi e cmq calvino diceva che se non ti incazzi più per l'inferno o ti ha distrutto o ne fai parte anche tu,....magari la citazione la cerco e la postoper bene

@russo: grazie. mi fa piacere che tu abbia apprezzatolascelta

@alligatore: chi dice più che un altromondo è posssibile?

@incarcerato: come te....ma cmq io sono stellaSTALE :) ma stellavale è una net friend che mi piace assai quindi avermi scambiato per lei lo prendo per un complimento :)

Franca ha detto...

La sentenza, purtroppo, non è una sorpresa.
La vera sorpresa è stata invece quella che i "gestori" del G8 sono stati tutti promossi dal Governo Prodi.
La sorpresa è stata che Di Pietro ha affossato la Commissione parlamentare d'inchiesta.
Queste sorprese qui, si che sono state amare...

Pellescura ha detto...

Amarezza

Vale ha detto...

20 luglio, per non dimenticare....

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

La Sentenza sulla Caserma-mattatoio diBolzaneto mi lascia molti dubbi sulla sentenza in arrivo sulla Diaz.

Splendidi versi questi di Guccini. Sì, versi, perchè queste sue parole sono vera poesia.

E se la mia città piange ancora lacrime spaurite, questa canzone, quelle parole, sono come un richiamo a rialzarci e non arrendersi,

Ciao Stella
Daniele

stellastale ha detto...

@franca: io mi auguro che brutte sorprese non arrivino al prossimo g8 che si terrà in Italia. che almeno la lezione dell'orrore di genova sia servito a qualcosa... ho sentito che se ci fossero troppe difficoltà per La Maddalena, ora che ci ha fatto tornare in occidente, Berlusconi ha lanciato di nuovo l'ipotesi napoli

@pellescura: che brucia dentro

@stellavale: che qua ci vuole la memoria buona a furia delle cose che dobbiamo ricordare

@daniele: le canzoni servono anche a questo o no?

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Ma io non voglio abituarmi. Cmq la citazione è questa:
« L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l' inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. »

Io scelgo sicuramente la seconda ipotesi.

stellastale ha detto...

@schiavi o liberi: grazie!!! questa frase ce l'avevo attaccata alla mia postazione di lavoro quando ero al giornale... quasi quasi me la metto anche qui come memento. anche io scelgo l'opzione più faticosa