domenica, dicembre 06, 2009

Scusate il ritardo

Scusate il ritardo... c'ho fatto scrivere così sulla sontuosa torta - splendido e lussurioso insieme di cioccolato arance e noci rispondente al nome 'caruso'- offerta per brindare al mio 110 e lode. Arrivato a 10 anni di distanza dall'ultimo esame.

Sono una capa di cazzo, lo so!!! Non vi ci mettete pure voi a dirmelo ché ieri sera, con festino a casa di amici, abbiamo chiuso ufficialmente il fan club "Alessà ma quann te laurei?!??!??!". e incredibilmente quando lunedì mi hanno dato il votone io non sono scoppiata in lacrime, e neanche quando il folto pubblico mi ha festeggiato fuori dall'aula delle lauree con champagne, millanta fiori e cappellone accademico, e neanche quando sono tornata a casa per dare un bacio alla mia mamma, e neanche quando il giorno dopo ho portato il mazzo di rose più bello che mi avevano regalato e una copia rilegata della tesi - copertina blu, caratteri oro... insomma un classico- al mio papà, neanche allora ho pianto.

ero solo semplicemente felice.

poi quegli stronzi dei miei amici.... discorso! discorso! discorso!.... e mi si è sciolto il rimmel.... che voi neanche lo potete immaginare com'ero figa ieri sera!!!! :D

e ho iniziato coi "grazie" che non ho scritto alla fine della tesi.... e se lo facessi anche qui.... lo trovereste disdicevole? o, ancora peggio, assai noioso???? magari dò un senso alle parole che ieri non so come ho pronunciato... e ci metto tutto... o quasi....

vabbè io lo faccio uguale.... GRAZIE ALLE PERSONE SENZA CUI LA LAUREA quella laurea con quella tesi non ci sarebbe mai stata
GRAZIE A
ANGELA che ha condiviso con me tutto il percorso all'Università con me ed era quella più incazzata (assolutamente a ragione) per il fatto che io non avessi finito... e alla sua mamma, la mitica signora Annamaria che non ha mai fatto mancare caffè e pranzetti luculliani ai nostri sforzi intellettuali :D

MARIELLA 'o capo mio al giornale e in politica (oltre che amica, compagna di viaggi indimenticabili, mio assessore preferito).... guarda un po' io ci ho fatto una tesi sul rapporto tra politica e giornalismo!!!!:.... e lei per me è sempre stata e resta un riferimento importante in entrambe le cose perchè mi ha insegnato tante cose senza neanche rendersene conto

LIDIA my red-sister che si è dovuta sopportare le mie prove di presentazione di tesi e che con la solita lucidità e intelligenza mi ha dato la chiave giusta per farla, senza contare l'attività di assistenza-consulenza sulla scelta del look per la seduta, con il tocco speciale e trovata geniale di FRANCESCA che è e resta sempre una femmina di gran classe, la mia chicca preferita!

PEPPE DEL GAUDIO 'o king-director che a 22 anni mi ha dato l'occasione di cominciare a scrivere per un giornale, a 24 di entrare in redazione, a 29 di essere giornalista professionista... altro che dottoressa!!!!

MARIARITA e per lei tutta la mia famiglia di Metropolis alla quale resto indissolubilmente legata anche se ora litighiamo un giorno sì e l'altro pure... sarà nel gioco delle parti visto che ora sono dall'altra parte della barricata ... ma in questo una menzione speciale va a VINCENZO il mio amico giornalista di sempre, il bambino-bacato con il quale sono cresciuta professionalmente e umanamente, e che mi ha fatto la bella sorpresa di esserci quando sono diventata dottoressa

CONCITA che si porta dietro una responsabilità non indifferente da quando quel giorno al bar del rettorato mi fa... "sai ale, aprono un nuovo giornale a salerno, cercano collaboratori dall'università"...

ELO e DO che c'erano e come se c'erano! del resto ci sono sempre stati pure se lontani!

ANTONIO che il giorno prima ha risolto il mio problema e soprattutto le mie ansie rispetto alla pen drive su cui dovevo caricare il power point.... era così semplice c'era solo un virus su quella cazzo di pennetta... ma io non avevo la lucidità per rendermene conto!!!!! oltre che per la colonna sonora personalizzata di ieri sera.... il mio amico musicista mi conosce troppo bene per non averci messo dentro tutto quello che mi piace e rispecchia di più... bossanova, jazz, rock, cantautori e SQUALLOR :D

DANILO il mio basista che ha reso meno traumatico l'impatto con la burocrazia universitaria e ha svolto in modo irreprensibile il ruolo di addetto all'ufficio cic (calci in c... ehehehe) pensando pure al piano B in caso di inceppamenti, amnesie, titubanze varie

SERGIO lui e io sappiamo perchè

LUCA e MARCO che mi hanno offerto CASA BARCOLLO per i festeggiamenti senza neanche io lo avessi chiesto... sempre grandi!!!

e questo per quello che attiene ai ringraziamenti stretti stretti per la tesi e la festa... perchè poi tutti questi anni, quelli prima e quelli dopo, io non riesco neanche a immaginarmeli senza VANESSA, davvero non ci riesco.... e non sarà un caso che ci basta uno sguardo o anche solo un tono diverso di voce o anche solo un'espressione o forse neanche questo per sapere come sta, cosa ha pensato, cosa ha semplicemente immaginato l'una o l'altra

e tutti quelli che se mi fossi laureata nei tempi giusti non ci sarebbero stati alla festa perchè ancora non li conoscevo o magari non li frequentavo e ora trovano sempre il modo per farmi sorridere anche solo se li penso ... ALFONSO, FABIO, FRANCESCA, VALENTINA....

vabbè mo basta....

la dedica ovviamente è al mio PAPA'... io il suo sguardo ho continuato a sentirlo su di me.... innanzitutto a lui dico SCUSA IL RITARDO

lunedì, novembre 09, 2009

Filastrocca

I miei pensieri
sono
uno sciame
furioso

di mostri che
volano senza
riposo

ronzano, pungono
e ti fanno
impazzire
se non avrò
un bacio
prima di
andare a dormire....



l'ho rubata in treno. mi piaceva e volevo ricordarla in qualche modo, per questo motivo ho scelto di pubblicarla qui. il mio blog, un posto assai più intimo di facebook e che sto tentando di coltivare, di nuovo

domenica, novembre 08, 2009

A Sara

I treni sono scatole di storie. Dentro ci sono quelle di tutte le persone che partono o arrivano, da una parte o dall'altra, per un motivo o per l'altro.
Io ne ho presi un po' per vedere come iniziava la tua di storia a questo mondo. Non avrei potuto fare altrimenti. Perchè sei la figlia di mia sorella, che è praticamente un pezzo di me, e tu sei praticamente un pezzo di lei. E perchè ci sono troppi chilometri tra di noi perchè io possa arrivare in altro modo che non sia quello di mettermi in viaggio.
Grazie per avermi aspettato: sei venuta fuori tre ore dal mio arrivo a Treviso e così ho potuto sentire i tuoi strilli appena arrivata al nido, vedere i tuoi occhi ancora gonfi per lo sforzo del parto, avvisare in tempo reale la tua nonna e la tua famiglia di giù, ancora prima di quanto sia stato fatto con quella di su.
Per ingannare l'attesa solitaria leggevo "L'odore dell'India" di Pasolini, mentre tu venivi fuori. Ci sono stata quest'estate in India. Chissà se tu ci andrai. Chissà dove andrai. Di sicuro, appena possibile, zia ti porta al mare. Te l'ho promesso.
Bacio

sabato, novembre 07, 2009

da.. Il palazzo delle pulci...

"era un uomo che per sopravvivere aveva bisogno di sentirsi indispensabile- uno di quelli che o si innamorano di donne fragili o finiscono col rendere fragili le donne che amano"
(ritratto di Pavel Pavlovic Antipov)

"alcune persone hanno un viso che è come una calamita rivestita di pelle, una calamita che attrae tutti i lati oscuri, gli alti e i bassi, l'anima e l'essenza della loro personalità. Queste persone pensano con il viso; discutono, passeggiano, litigano, hanno fame, sono felici, amano e fanno l'amore con il viso. Hanno bisogno di un corpo, ma questo non è che un piedistallo insignificante, attaccato al viso al solo scopo di sorreggerlo. Queste persone sono essenzialmente volti che camminano. Di conseguenza non possono mai nascondere i loro sentimenti. Qualunque cosa provino si riflette, totalmente e immediatamente, nei loro lineamenti"
(ritratto de l'amante blu)


... ma quanto mi sta piacendo il libro che sto leggendo!!!! sono appena alle prime 90 pg e sento che già mi mancherà quando avrò attraversato le altre 300.... è di elif shafak... un piccolo grande gioiello per soli 5 euro!!!!

lunedì, ottobre 26, 2009

ci sono tante cose ... forse troppe o troppo poche...

ci sono le monetine per il casello
e chi te le prepara
ancora una volta

ci sono le lacrime di tenerezza
per delle lacrime inaspettate

c'è il pudore della gioia

ci sono le parole della retorica di sempre
vuote come gusci marci
che non riesci a schiacciare

ci sono le parole che devi scrivere
per lavoro e per dovere
e non sai fino a che punto ci credi

ci sono quelle che devi mettere in fila
e fare un bel respiro profondo
sperando di riuscire a pronunciarle senza impappinarti

ci sono le domande rimaste irrisolte
e non c'è mai il tempo di rispondere
o forse il coraggio

ci sono ancora tanti chili da buttare giù
e i complimenti che ti fanno sorridere
ma non per compiacimento
tu sai la verità, com'è che gli altri non la vedono?

e poi manca sempre qualcuno
e non dare la colpa alla sfortuna
deve esserci qualcosa che non va
se manca sempre qualcuno

domenica, ottobre 25, 2009

maledetta pioggia

“Ehi Baol, che succede?”
“Ma no, niente...”.
“Sicuro? Non parli da dieci minuti”
“Sicuro, tranquilla…”
“Non dire cazzate, ti conosco”
“E’ che mi ha preso un po’ la malinconia…”
“Brutta bestia, bisogna cacciarla via!”
“E come facciamo?”
“Ora chiudo gli occhi e lancio una mitragliata di polvere di stelle verso di te”
“Ce la fa ad arrivare? C’è un trilione di km tra me e te…”
“Ci proviamo”
“Ci proviamo”
“Pronti, partenza….partita! Cazzo!!!”
“Che succede stellastale?”
“Piove a dirotto anche qui!”
“E allora?”
“Le mie stelline polverizzate si attaccano ognuna a una goccia di pioggia e vengono giù ”
“”
“Ma no…. Guarda… guarda adesso! Lo vedi?”
“In cielo non c’è nulla”
“No guarda a terra”
“Guardo”
“La polvere si impiastriccia con l’acqua e si attacca alla terra, all’asfalto, a quello che c’è giù insomma. Non viene via con l’altra acqua. Forma una strada luccicante, la vedi?”
“Eccola… brilla”
“Camminaci su, scaccia la malinconia”.

domenica, settembre 27, 2009

Una testa selvatica di Marie-Sabine Roger (Recensione mia)


Titolo: Una testa selvatica
Autore: Marie-Sabine Roger
Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 189
Prezzo: € 13

Lui, lei, una panchina nel parco. Un incontro che ridà senso alle loro vite. Una storia d’amore romantico? Non proprio. Perché lui è Germain, 45 anni, alto quanto un gigante, 150 chili solitamente ciondolanti nel villaggio di cui è ufficialmente lo “scemo”. Lei è Margueritte, 86 anni e non più di 40 chili, l’unica a non prenderlo in giro ma piuttosto a prestargli attenzione in una delle sue principali attività quotidiane: contare i piccioni sul prato.
Il mondo di Germain è fatto del bar e delle bevute con gli amici, della roulotte in cui vive nell’orto della madre con cui non ha mai veramente parlato, di strampalati passatempi, ma soprattutto di poche e rozze parole. Quello attuale di Margueritte è una casa di riposo per anziani, ma è soprattutto da sempre fatto di libri. Sono quelli che lei gli leggerà facendogli scoprire il potere delle parole e dell’immaginazione, entrambi capaci di squadernare mondi nuovi e donare nuovi occhi per guardare le cose di sempre. Germain, io narrante franco e diretto, racconta questo incontro, la meraviglia di scoprire che i sentimenti si possono imparare, lo stupore a ritrovarsi a provarne di sentimenti. A dispetto di tutto e di tutti, in particolare dell’idea che si ha di sé stessi perché- è lui stesso a dirlo- “non puoi passarti il tosaerba sul cuore per sradicare la tenerezza”.
Marie-Sabine Roger narra con tocco lieve una storia delicata, senza mai scivolare nella retorica che pure è in agguato vista la materia, e ci consegna un piccolo gioiello di candore e ironia mentre ci racconta come un uomo e una donna imparano a prendersi cura l’uno dell’altra. Attraverso i libri. Inno alla lettura. Quasi meglio che una storia d’amore romantico.

ps
miao

sabato, luglio 18, 2009

giovedì, giugno 11, 2009

io non lo so...

... quest'ansia mista al vuoto
so che ritorna
e non ho armi per combatterla
non ho strumenti per capirla

voglio ridere
e voglio vivere

farlo ora

ma è sempre un po' più complicato

venerdì, febbraio 20, 2009

...

audace
vorace
di sesso
e carezze

sempre le stesse
fatte da mani diverse

premono
stringono
svuotano

sfiorano
il vuoto

che resta uguale
a sè stesso

diverse
le facce
le voci
le spinte

identico
il niente
e il nascondimento

martedì, febbraio 10, 2009

Solo per giustizia di Raffaele Cantone



Titolo: Solo per giustizia. Vita di un magistrato contro la camorra.
Autore:Raffaele Cantone
Editore: Mondadori
Pagine: 336
Prezzo: Euro 17

Raffaele Cantone deve lasciare la sua stanza alla Procura antimafia di Napoli. Dopo otto anni da pubblico ministero alla DDA - limite massimo consentito dalla legge per ricoprire tale ruolo - sceglie di trascorrere l'ultima notte in ufficio. Un po' per sistemare negli scatoloni tutte le sue cose, un po' per riordinare idee e pensieri.
In questa lunga "nottata di congedo", iniziata riponendo per primi i calendari e i crest delle forze dell'ordine che appaiono in tutti gli uffici di un pm, ricostruisce e racconta la sua esperienza in magistratura. Lo fa con tono pacato, senza enfasi, neanche quando testimonia delle preoccupazioni per le tensioni sulla sua famiglia via via che le misure di tutela andavano facendosi più serrate di pari passo alle attenzioni che i clan del casertano avevano deciso di dedicargli. Perché Cantone è il pm di gran parte delle inchieste da cui ha preso spunto Roberto Saviano per "Gomorra" e senza il successo planetario di quel romanzo il nome di questo magistrato sarebbe rimasto noto soltanto tra gli addetti ai lavori, tutt'al più tra i lettori delle cronache locali.

Raffaele Cantone non è un pm in cerca di visibilità mediatica, ma un magistrato che semplicemente ha fatto e fa il suo lavoro. Nel testo torna spesso sul concetto 'anti-eroico' dell'importanza di quella schiera di poliziotti, carabinieri, anche impiegati amministrativi, figure silenziose, che garantiscono la sicurezza delle persone sotto scorta come lui e il dipanarsi quotidiano dell'attività giudiziaria e che, citando l’autore, rappresentano "la spina dorsale invisibile ma tenace su cui si regge questo paese". Di tanti di loro fa nome e cognome, raccontandone le storie, così come del sindacalista Federico Del Prete, ammazzato dai casalesi perchè denunciava il racket dei clan nei mercati tra Mondagrone e Casal di Principe, tacendo invece i nomi di personaggi collusi e assicurati alla giustizia, forse per pudore, forse per evitare di dare loro anche un minimo di notorietà.
Già dalle inchieste sui reati economici, come quella sulla compagnia assicurativa greca Themis, alle quali Cantone viene assegnato al suo arrivo in Procura, l’autore scopre la pervasività del sistema e della mentalità camorristica. E non potrebbe essere che così per un uomo nato e cresciuto a Giugliano, grosso paese dell’hinterland a nord di Napoli dove la camorra è tutt’altro che invisibile.

A tratti didascalico, come quando illustra al lettore le componenti in cui si divide la magistratura e le funzioni dell’uno e l’altro organismo giudiziario, Raffaele Cantone non abbandona mai nel racconto il rigore di magistrato e di studioso del diritto. E affida a tutti i lettori quello che è forse l’interrogativo cruciale non solo del suo libro: “ma non è forse proprio questa una delle ragioni principali della forza del potere camorrista, ossia la sua capacità di coinvolgere pezzi di quella società civile che, secondo una visione manichea, dovrebbe invece stare interamente dalla parte opposta?”.

L’ultima cosa che metterà via prima di andare a Roma, dove lo attende il nuovo incarico al Massimario della Corte di Cassazione, è la toga. Regalata dalla madre all’inizio della sua esperienza e ora consumata in più punti a furia di averla indossata in tanti processi contro i clan più feroci della Campania.

Il libro è stato regalato dall'Amministrazione Comunale di Castellammare di Stabia agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori, grazie all'iniziativa "One book, one community", giunta alla sua terza edizione e promossa dall'Assessorato ai Giovani e alla Pace, retto dal vicesindaco Nicola Corrado.

ps: anche questa mia recensione la trovate su www.culturaspettacolo.it

psII: ho finito di leggere il libro nei giorni terribili che hanno colpito la mia città: Castellammare di Stabia. Lo sgomento e la rabbia non lasciano il passo alla voglia di impegnarci tutti, ancora di più e ancora meglio, tutti i giorni a costruire l'argine contro la barbarie

giovedì, gennaio 29, 2009

Il Vangelo secondo Biff

Prima piccola premessa: sono drogata di facebook ;) e per questo ho abbandonato il mio piccolo blog.... però continuo a pensare che il blog è tutta un'altra cosa e medito di scrivere un post al proposito... so che ne sentite la mancanza.... ehehheeh

Seconda piccola premessa: nel frattempo, per una strana serie di casi, mi sono ritrovata a collaborare con assai piacere a un sito che si chiama www.culturaspettacolo.it scrivendo qualche recensione.... passateci che è carino e si trovano interessanti spunti di lettura

Terza piccola premessa: ho voglia di riprendere a frequentare questo mio spazio che è assai più mio di quanto possa esserlo un profilo fb e quindi, mettendo insieme le due piccole premesse di cui sopra, pubblico qualche piccola recensione... del resto di libri avevo già parlato altre volte


Quarta piccola premessa: come avrete ricordato tutti... sono logorroica... ehehehe... è il blog che mi spinge a farlo... rispetto alle comunicazioni sincopate di fb, vuoi mettere!?!??!?!?!


Titolo: Il Vangelo secondo Biff
Autore: Christopher Moore
Editore: Elliot (collana Scatti)
Pagine: 580
Prezzo: € 18,50

Tenero e dissacrante come solo l'amicizia tra ragazzini sa esserlo. Il Vangelo secondo Biff è un piccolo gioiello di umorismo e narrazione in cui l'americano Christopher Moore, la cui ironia provocatoria è tutt'altro che inferiore a quella degli assai più noti e pubblicati in Italia Vonnegut e Palahniuk, parte da una domanda tutto sommato legittima: ma cosa è successo in quei trent'anni prima che il Messia fosse il Messia? La risposta è affidata lungo 580 pagine, che scorrono veloci nonostante la mole del romanzo, alla voce scanzonata e sincera di Biff.

Figlio di uno scalpellino ebreo, nato e cresciuto a Nazaret dove ha la ventura di diventare amico sin dall'infanzia di Gesù della cui madre Maria è innamorato neanche tanto segretamente, Biff sostiene di essere l'unico a sapere come siano andate le cose per davvero. Perchè lui c'era. Deve pensarla così anche qualcuno un po' più in alto se duemila anni dopo la sua morte, l'angelo Raziel va a resuscitarlo e lo costringe a scrivere il suo vangelo, chiuso nella stanza d'albergo di una grande città statunitense. Mentre l'angelo, che ha qualche problema a distinguere la realtà dalla finzione, si nutre di cibaccio e serie televisive, Biff ricostruisce la storia sua e di Gesù. Perchè è ovvio che il figlio di Dio è sempre il figlio di Dio, ma è pur vero che quando vivi culo e camicia con il tuo migliore amico, la storia dell'uno si confonde con quella dell'altro. Capita sempre così e succede anche a Biff e Gesù, impegnato a capire cosa significhi essere il Messia con dubbi più che comprensibili rispetto al suo destino. Nella ricerca, ovviamente, lo accompagna Biff. Letteralmente visto che i due viaggeranno per diciasette anni sulle orme dei tre re magi, gli unici che qualcosa dovranno pur saperla se si sono fatti migliaia di chilometri per venire a trovare un bambinello in fasce. Tra Afghanistan, Cina e India, Biff e Gesù vivranno in castelli, monasteri e grotte imparando filosofie, religioni e arti orientali - idea geniale dell'autore in tempi come questi segnati dal credo dello "scontro tra civiltà".

Innamorati della stessa splendida e intelligente ragazzina, una certa Maddi, ma impossibilitati entrambi ad averla, per ragioni evidentemente diverse, Biff e Gesù vivono la loro amicizia per tutta la vita. E se per i primi trent'anni il lettore scoprirà cose inattese, si divertirà altrettanto grazie al comico e impudente "dietro le quinte" degli episodi evangelici più noti, connotato però sempre da un candore disarmante. Perfetti i dialoghi: serrati, divertenti e, a volte, sorprendentemente illuminanti, predominano assolutamente su descrizioni di fatti e personaggi. E' nello scambio di battute tra le tante figure del romanzo che si rivelano parole di verità come quelle di Gesù quando spiega che "l'amore non è qualcosa a cui si pensa, ma una condizione in cui si dimora". Chi crede che Moore avesse avuto solo voglia di mettere alla berlina fedi e tradizioni, potrebbe anche ricredersi.


I brani
"Ma non ti commuove il fatto di sapere chi è? Cos'è?"
"E a che pro? Se passassi il tempo a bearmi della luce della sua santità, come potrei prendermi cura di lui? Chi penserebbe a mentire e a imbrogliare al posto suo? Nemmeno lui può pensare sempre a quello che rappresenta, Maddi".
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"E chi sono questi tizi che andate a cercare?".
"Dei maghi, mi pare".
"E volete parlare con loro perchè.....?".
"Perchè Gesù vuole sapere come si fa il Messia".
"Oh, giusto. E tu credi davvero che sia il Messia?".
"Sì. Ma conta di più che è mio amico. Non posso lasciarlo andare da solo".
"E se non lo fosse? Se trovaste questi maghi e loro vi dicessero che Gesù è soltanto un ragazzo come tutti gli altri?".
"In quel caso avrà decisamente bisogno che io sia lì, no?".
Mio padre rise. "Già penso che tu abbia ragione. Torna presto, Levi e porta con te il tuo amico Messia (....)".


La frase
"L'amore non è una cosa a cui si pensa, ma una condizione in cui si dimora"

venerdì, gennaio 16, 2009

7 anni di assenza

ritorni... andanti...
assenza... feroce...
la rabbia che sale

anche se è scoppiata tante volte
ritorna

le lacrime stentano
rodono
inondano
...dentro

bloccano i sensi
e il sentire

il fumo stordisce
ovatta
attutisce
nasconde

nascosti i pensieri
di oggi e di ieri
paure sopite
per niente svanite
all'angolo in guardia
feroci anche loro

inutili attese
fragili vite
in cerca di porti
dove attraccare
in cerca di posti
dove l'amore è potere

lo sguardo che manca
le frasi non dette
e quelle che non si sono potute dire

le promesse mancate
la fatica a tenerle

la dolcezza nel cuore
comunque