lunedì, febbraio 19, 2007

Gli sguardi sulla nostra vita


"Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere potremmo essere suddivisi in quattro categorie.

La prima categoria desidera lo sguardo un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico.E' il caso del cantante tedesco, dell'attrice americana e anche del redattore con il mento grosso. Egli era abituato ai suoi lettori e, quando un giorno i russi sospesero la pubbicazione del suo settimanale, ebbe la sensazione di trovarsi in un'atmosfera cento volte più rarefatta. Nessuno poteva sostituire per lui lo sguardo degli occhi sconosciuti. Gli sembrava di soffocare. Poi un giorno si rese conto di essere seguito a ogni passo dalla polizia, di essere ascoltato quando parlava al telefono, di essere addirittura fotografato in strada di nascosto. Tutt'a un tratto aveva su di sè occhi anonimi e poteva nuovamente respirare! Si rivolgeva teatralmente ai microfoni del muro. Nella polizia aveva trovato il pubblico perduto.


La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. Si tratta degli instancabili organizzatori di cocktail e di cene. Essi sono più felici delle persone della prima categoria le quali, quando perdono il pubblico, hanno la sensazione che nella sala della loro vita si siano spente le luci. Succede, una volta o l'altra, quasi a tutti. Le persone della seconda categoria, invece, quegli sguardi riescono a procurarseli sempre. A questo gruppo appartengono Marie-Claude e sua figlia.


C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. La loro condizione è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima categoria. Una volta o l'altra gli occhi della persona amata si chiuderanno e nella sala ci sarà il buio. Tra costoro ci sono Tereza e Tomaàs.


E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori. Ad esempio Franz. Era andato fino al confine della Cambogia solo a causa di Sabina. Il pullman sobbalza sulla strada thailandese ed egli sente fisso su di sè il lungo sguardo di lei.

Alla stessa categoria appartiene anche il figlio di Tomàs (...) Gli occhi che desidera sono gli occhi di Tomàs. Dopo essersi invischiato nella raccolta delle firme, era stato espulso dall'università. La sua ragazza era la nipote di un parroco di campagna. La sposò, diventò autista di trattori in una cooperativa, cattolico praticante e padre di famiglia. Venne poi a sapere che anche Tomàs viveva in campagna e ne fu contento: il destino aveva reso simmetriche le loro vite!Questo lo incitò a scrivergli una lettera. Non chiedeva risposta. Voleva solo che Tomàs posasse il proprio sguardo sulla sua vita"

(da L'insostenibile leggerezza dell'essere- Milan Kundera)

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e ora ho la piena, amara, perfetta consapevolezza di avere incontrato un instancabile organizzatore di cocktail e averlo scambiato per altro................. fortuna che esistono i libri e le risposte che sono nei libri :)


nota a margine

compiuto l'acquisto promesso nel post etichettato Balocchi e profumi!!!!!

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